Il Mongolia Bike Challenge ritorna dopo quattro anni di stop causa pandemia e guerra in Ucraina. Sono cambiate tante cose in questi quattro anni e la situazione non è certo delle più rosee per organizzare un evento così particolare nelle steppe di Chinggis Khan.

Willy Mulonia, organizzatore, instancabile viaggiatore e cittadino del mondo, lo sa bene
Non sarà una ripartenza facile dopo quattro anni. Sono cambiate tante cose dopo la pandemia: la guerra in Ucraina, l’aumento del biglietto aereo oltre il doppio e l’inflazione. Non sarà una sfida solo per chi vi partecipa, lo sarà anche per tutti noi che lavoriamo per far si che MBC possa continuare. Si sa, se fosse stato facile lo avrebbero organizzato altri l’MBC.

Ma cosa ha fatto Willy in questi quattro anni?
Prima di tutto ho imparato a costruire la mia resistenza sulla base della resilienza. E poi, trovandomi con cosi tanto tempo libero, sono tornato a studiare conseguendo un master all’università. Anche con Selle SMP, dopo 14 anni, ho costruito un rapporto di resilienza. Visto dall’esterno sembra semplicemente uno sponsor del Mongolia Bike Challenge ma dall’interno è un rapporto famigliare. Selle SMP è più di uno sponsor, siamo cresciuti assieme in questi 14 anni ed entrambi abbiamo imparato cos’è veramente la resilienza. Abbiamo anche imparato che il nostro corpo è in continuo cambiamento e che serve una sella diversa che si adatti a questi nostri cambiamenti. Quest’anno, ad esempio, sentivo la necessità di aumentare la percezione del comfort.

Uso Selle SMP dal 2006 e negli anni ho potuto apprezzare diversi modelli. In ogni mio nuovo trail la scelta della sella è diventata una priorità, soprattutto quando il viaggio si protrae per giorni. Selle SMP mi ha consigliato una sella in GEL. Negli ultimi anni ho usato la F20, più lineare e meno accentuata nelle forme rispetto alla Dynamic che usavo prima. La F30 Gel che ho ora è una sella impeccabile. L’ho usata in Alaska, in Giappone, nel deserto di Atacama e in Patagonia e il gel non si è mai modificato. E soprattutto non mi ha mai dato la sensazione di freddo quando pedalavo in Alaska o di caldo quando pedalavo nel deserto. Inoltre mi aiuta a trovare sempre la posizione perfetta in bici. Questo è molto importante per il mio comfort, soprattutto quando affronto lunghe distanze in condizioni estreme.

Hai delle aspettative per questa edizione del Mongolia Bike Challenge che ricordiamo si svolge dal 11 al 20 agosto?
Sono curioso di rivedere la gente, l’ambiente che ho costruito in tutti questi anni e cosa è cambiato. Poi come andrà con il nuovo team in parte rinnovato e nel quale c’è anche mio figlio Lucas che ha vent’anni. È la prima volta che entra attivamente nel mio mondo professionale che è anche la mia passione. È stata una sua iniziativa io non ho mai insistito e ovviamente ne sono felice. Gli ho solo chiesto le motivazioni che lo hanno spinto a partecipare e lui me le ha date. Sarà una nuova esperienza in tutto e per tutto anche perché pure io sono cambiato in questi quattro anni e sono proprio curioso di vedere come proseguirà questa fantastica avventura.

Il numero 108 appare spesso nelle immagini che vediamo del MBC, ha qualche particolare significato?
Sì! È un numero molto importante nella filosofia buddista e in Mongolia il 70% della popolazione è buddista. Indica il completamento di un ciclo o un cerchio completo. Spesso è associato alla meditazione, alla preghiera e alla pratica del canto dei mantra. Nel nostro caso è il numero massimo di partecipanti accettati nell’MBC e che abbiamo raggiunto in diverse edizioni.

Selle SMP, a tutti i partecipanti del Mongolia Bike Challenge, ha spedito a casa una sella da provare: la VT20C GEL, come la mia ma in versione corta. Oltre il 40% di chi l’ha ricevuta a casa la monterà al Mongolia Bike Challange.

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